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Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento. 

Non c’è scorza senza succo

laboratorio a cura dei Ludosofici

Attraverso la scorza

bibliografia a cura della redazione di FarFarFare

e un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet!

Per noi umani vestirsi è un gesto abituale.

Rispetto agli altri esseri viventi, il nostro corpo non è in grado di resistere all’ambiente in cui è immerso e ha bisogno di proteggersi. Il senso del pudore ci invita a nascondere una o più parti di noi, facendo leva su una vergogna che non si sa più quanto proviamo davvero o quanto abbiamo ereditato. E poi c’è il tentativo di adornare e di valorizzare il nostro corpo, facendolo parlare, sinceramente o attraverso la bugia, con gli stessi indumenti nati per coprirlo

Necessità, decenza, bellezza, maschera. 

L’abitudine a vestirsi ruota intorno a queste parole e ci dimostra che c’è una sottile e permeabile linea di confine tra il proteggersi, il celarsi, l’impreziosirsi e il raccontarsi. Ci indica però anche la possibilità di distinguere gli strati, di togliere così come si è aggiunto. 

La natura di per sé non si veste né traveste. È però ugualmente ricca di rivestimenti, che sono, nel suo caso, legati indissolubilmente al cuore che proteggono e rivelano. È così che il granchio vive sicuro nella sua corazza; è così che dalla buccia si comprende se il frutto sia maturo o ancora acerbo; è così che l’uomo stesso può spogliarsi dei vestiti, ma non della sua pelle.

La natura è sempre nuda, sempre onesta. Non c’è distinzione né gerarchia: il fuori corrisponde al dentro e il succo vale quanto la scorza che lo avvolge.

Non c’è scorza senza succo

Ludosofici

Trasformarsi è possibile e non servono né trucchi né magia. Il segreto è sapersi immedesimare. Che cosa vuol dire? Significa uscire dalla propria scorza per indossarne un’altra, consapevoli che c’è anche un nuovo succo in cui tuffarsi.

Attraverso la Scorza

Una scorza è una membrana, un filtro o una trasparenza circoscritta da confini e solcata da una trama disegnata. 
Come una finestra che può aprirsi, chiudersi e attraverso cui è sempre possibile guardare, la scorza permette, proprio mentre li separa, il passaggio da un al di là a un al di qua. Da un dentro a un fuori.

Questo video è stato realizzato per il progetto “Guarda con Me”, cui la fondazione PInAc ha dato vita nei mesi in cui i musei hanno dovuto chiudere le loro porte ai visitatori. Elena Tognoli, curatrice del museo, ci racconta la sua opera preferita, ormai indissolubilmente legata alle impressioni dei bambini cui l’ha proposta e a una domanda che vale la pena farsi ogni volta che si è di fronte a un dipinto e che proprio i commenti dei bambini hanno ispirato: che cosa vuol dire guardare un quadro? È possibile osservarlo rimanendone fuori o non si può fare a meno di entrarvi?

Nel teatro la parola è vissuta tanto da poter cambiare chi la pronuncia. Il teatro, nel farlo e nel parteciparvi, non resta fuori di noi, ma penetra in noi, trasformandoci intimamente: tanto l’attore quanto lo spettatore possono, nel mondo trasfigurato del teatro, giungere a una nuova realtà.  Voce, tempo, suono, luce… Tutto deve spingere la finzione ai suoi estremi, fino a quando diventa, come l’attrice e regista Chiara Guidi ci ha raccontato riportando le parole di una sua giovane spettatrice, “così finto da sembrare vero”.

Non esiste trasformazione che si basi unicamente sull’imitazione. Non basta osservare e replicare un movimento, un atteggiamento o una postura, ma è necessario affidarsi alla totalità delle nostre percezioni, prestando attenzione a capacità e sensibilità che non sappiamo nemmeno di avere. Così facendo, scopriremo che ciò che ci sembra così distante da noi è in realtà molto più simile e vicino di quanto pensiamo! Perché non provare a capire insieme ai bambini che cosa potrebbe aiutarci a trasformarci davvero in animali meno umani?