Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento.
Come sempre, lo faremo in compagnia di tante voci diverse. Questa volta, però, il tema era così particolare che abbiamo deciso di condividerne anche la regia: dal primo all’ultimo numero, coordineremo l’esplorazione in collaborazione con SlowNews, primo progetto di slow journalism italiano, che di Informazione si intende davvero.
A partire dalla realtà
articolo a cura di Irene Castelli (Slow news)
Che cos’è un archivio?
articolo a cura di Danilo Craveia
Tutto comincia da un giardino…
laboratorio a cura dei Ludosofici
Libro in-forma
bibliografia a cura del Circolo dei Lettori di Milano
e un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet!
L’esplorazione di un tema inizia sempre mettendosi a tu per tu con il nome che lo denota. E così, come ogni volta, ho pensato e pronunciato un’infinità di volte, tra me e me e ad alta voce, la parola informazione, perché fosse lei a suggerirmi da dove cominciare, su quale sfaccettatura concentrarmi. A furia di ripeterla, però, le mie orecchie hanno iniziato a percepirla in modo strano e, da semplice sostantivo, si è trasformata in una solerte esclamazione: “in – formazione!”. Era come se la parola esortasse a mettersi sull’attenti, in posizione, pronti ad affrontare imprese ardue e impegnative; faticose, forse, e che richiedono determinazione. Come…
Come l’informare o l’informarsi, per esempio.
Dare e ricevere una notizia sono senz’altro gesti coraggiosi ed essere portavoce o destinatari di una nuova conoscenza sono azioni per le quali è necessario rimboccarsi le maniche. Decidere di comunicare un’informazione, così come scegliere di fidarsi di essa, rende inevitabile un doppio movimento, consapevole, complesso, stancante e apparentemente contraddittorio: scavare, giù, in profondità, fin dove si radica l’origine di un fatto, e risalire la corrente per giungere alla fonte, che non è mai soltanto una.
Essere informati, esserlo davvero, richiede allenamento e dedizione, perché è così che ci si prepara alle imprese più epiche e avventurose. Così si è pronti a superare ostacoli, a riconoscere le insidie, a sondare e illuminare oscurità abissine; a remare controcorrente e controvento per approdare alla più affidabile sorgente.
A partire dalla realtà
a cura di Irene Castelli (Slow News)
Gli avvenimenti che accadono nella realtà sono una delle principali fonti di informazione. Ci siamo immersi tutti, adulti e bambini, e spesso mancano il tempo e la distanza per comprenderne la complessità. In questo articolo Irene Caselli offre qualche spunto per affrontare insieme ai più piccoli le notizie che riguardano la nostra quotidianità.
Che cos’è un archivio?
a cura di Danilo Craveia
Archivio è una parola, è contenitore e contenuto; ordine non caotico e passato che, nel presente, si slancia e si tuffa nel futuro. Un archivio è civiltà. È rete, relazione. Noi tutti siamo archivio.
Tutto comincia da un giardino…
a cura dei Ludosofici
Un laboratorio in cui un giardino si trasforma in un luogo in cui imparare, osservando e ascoltando con attenzione, l’arte dell’archiviazione, fatta di scelte diverse, logiche, personali, mutevoli. Di scelte pratiche.
Libro in-forma
bibliografia a cura del Circolo dei Lettori di Milano
Un libro può informare a proposito di tutto, anche della stessa informazione. Che cosa vuol dire informarsi? Che cosa comporta informare? Ci sono informazioni più vere? Come si riconoscono? Una selezione di libri che prova a rispondere a queste e altre domande.
C’è un limite a ciò che si può archiviare? Pare proprio che non sia così. Del resto, basta incrociare eventi, oggetti o una qualsiasi entità che ci paiono degni di essere ricordati, ovvero portati con noi – e non solo – nel futuro, per cercare di afferrarli, metterli in ordine e, con essi, costruire un museo o dare consistenza a una vivida memoria. E così anche qualcosa di così sfuggente come una nuvola può resistere nel tempo e non perdersi nel vento. Lo dimostra l’Archivio delle Nuvole, concepito come parte di uno spettacolo teatrale all’interno del progetto «I documenti raccontano» scritto da Massimo Bavastro. Perché un archivio serve a far sì che qualcuno vi attinga e mantenga in vita ciò che contiene: anche un bambino, che, oltre a che cosa conservare, può scegliere anche da dove pescare per continuare a ricordare.
Anche la vita di una persona può essere fonte di informazione. Lo è quando dà vita a una biografia o a un’autobiografia, più o meno romanzate a seconda della distanza che si vuol prendere dalla verità dei fatti. Lo è anche per una particolare categoria di giornalismo, ovvero quella che si occupa di ricordare, in poche e significative parole, la vita di una persona che non c’è più. Questo documentario racconta proprio il dietro le quinte della stesura di un necrologio, accendendo i riflettori sui giornalisti che se ne occupano. Come si racconta la storia di una persona? Come si decide quale tratto è più importante di un altro? E, soprattutto, ce ne sono davvero? Come si attinge alla fonte rappresentata dalla vita di un essere umano?
Gli archivi mettono in ordine, ma chi mette ordine tra gli archivi? E, soprattutto, come si fa a farli incontrare, intrecciare, corrispondere e dialogare? Perché, si sa, l’ordine spesso separa e classifica e, così facendo, rischia di ridurre la complessità originaria: le fonti, una volta analizzate, devono essere accostate, confrontate e sommate l’una all’altra per giungere a una più fedele visione d’insieme. Per fortuna, c’è un’occasione in cui gli archivi possono incontrarsi e mescolarsi: è Archivissima, il Festival degli Archivi italiani – e pensare che festa sarebbe se l’invito si allargasse anche oltre confine!