Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento.
Prossima scuola!
intervista ad Antonella Meiani
Il prossimo salto
laboratorio a cura di Monica Gilli
A portata d’orecchio
playlist a cura di Orecchiabile
e un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet!
Il futuro è per sua natura incerto. Possiamo immaginarlo, auspicarlo o scongiurarlo, nutrire nei suoi confronti disillusione o sicurezza, ma, in ogni caso, le nostre previsioni non saranno mai perfette: conserveranno sempre un margine di errore, destinato a emergere o scomparire nell’incontro con l’inconfutabile presente.
Noi umani siamo rassegnati alla nostra condizione di ignoranza: nessun libro o sfera di cristallo possono rivelarci i dettagli del futuro che ci aspetta, lontano o imminente che sia. Ci siamo però attrezzati in altro modo, bilanciando il vuoto della conoscenza con un ventaglio infinito di emozioni: trepidazione, ansia, speranza, preoccupazione, fiducia, confusione, tranquillità, indifferenza sono solo alcuni degli stati d’animo che colorano i nostri pensieri e muovono il nostro corpo nell’attesa di ciò che accadrà.
A volte, però, le parole si ribellano all’assenza di anticipazioni. A loro piace raccontare, annunciare e dare forma anche a quello che non c’è. Salendo sulla scia di quel vortice emotivo, si gonfiano di voce e raggiungono le labbra per uscirne. Rischiano di dire il falso, sognano sonoramente, dipingono storie meravigliose e talvolta indovinano la verità.
C’è una parola, in particolare, che ama sfidare il carattere incerto del futuro. Non descrive e non svela quasi nulla: dà un appuntamento indefinito, ma sufficiente a confermare che quel momento arriverà. Come promesso.
Non sappiamo quale sia l’intenzione che spinge un albero ad avanzare nello spazio.
«Continuiamo la prossima settimana!» è ciò che dice la maestra posando il segnalibro tra le pagine del libro che, letto ad alta voce, ha rapito i suoi alunni.
«Ci vediamo l’anno prossimo!» è il saluto commosso di chi non vede l’ora di ritrovare quelle facce che per un po’ non rivedrà.
«La prossima volta andrà meglio» è il pensiero determinato o il consiglio amorevole scaturito da un evento andato storto e che deve essere scacciato dai ricordi.
«La mia è la prossima fermata» è l’annuncio dell’arrivo a destinazione, che, in realtà, si è già raggiunta anche quando è solo più vicina.
Prossimo è una parola che attira a sé il futuro e cerca di farlo avverare prima che accada. Lo avvicina fin quasi a renderlo presente, confidando nelle intenzioni e nella consapevolezza presenti nella voce a cui si consegna. Contempla gli imprevisti, purché non siano scuse.
Prossimo è una parola onesta, rassicurante e coraggiosa. È una promessa che va mantenuta.
Prossima scuola!
intervista ad Antonella Meiani
A scuola chi è il nostro prossimo? Che cosa significa fare propria e praticare la prossimità? Che cosa dovremo aspettarci dalla prossima scuola? E, soprattutto, che cosa potremmo fare per rendere un futuro atteso decisamente più prossimo?
Il prossimo salto
a cura di Monica Gilli
I “remigini”, pronti ad affrontare la prima elementare, sono trepidanti, confusi e intimoriti. Questo laboratorio, proposto da una maestra della scuola dell’infanzia e rivolto agli educatori, vuole essere un suggerimento per accompagnare i più piccoli a vivere le emozioni contrastanti che caratterizzano un tuffo colmo di curiosità e non privo di paura.
A portata d’orecchio
playlist a cura di Orecchiabile
I tanti significati della parola “prossimo“ non si trovano solo attraverso un’accurata ricerca sul dizionario. Anziché aguzzare la vista sui minuscoli caratteri di un vocabolario, in questa playlist vi invitiamo ad aprire bene le orecchie e a scoprire così le molte voci di un concetto.
La parola prossimo avvicina nello spazio e nel tempo. Tirando a sé il futuro, vuole curiosarci e potrebbe domandarsi quando e come un punto che oggi riteniamo lontanissimo diventerà vicino e raggiungibile. Del resto, le valutazioni sulla distanza dipendono spesso dal punto di vista che le formula ed è già successo che luoghi remoti e sconosciuti diventassero d’un tratto familiari e prossimi a sé. Forse, però, ci sono punti dello spazio destinati a non avvicinarsi mai. Almeno fisicamente potremmo non essere mai in grado di raggiungerli, ma magari un altro modo c’è: voi che ne dite?
Quando viaggiamo, ci sono due diverse possibilità: accorciare il tempo del tragitto il più possibile, scegliendo il mezzo più veloce e più efficiente per raggiungere la meta; godersi il percorso facendo di esso stesso il cuore del viaggio che intraprendiamo. Questa seconda ipotesi, più lenta, è fatta di soste, si sofferma sui dettagli e, mentre esplora ogni angolo nascosto, sogna cosa riserverà la fermata successiva. È quanto accade anche qui, in questo viaggio sonoro che porta da un ambiente naturale all’altro, invitando a domandarsi: “che cosa ascolterò nella prossima foresta?”
Chi è il nostro prossimo? Un parente, un amico? Uno sconosciuto che vive accanto a noi e condivide i nostri spazi? Un qualunque essere umano per la sola ragione che è un vivente della nostra stessa specie? È prossimo tutto ciò che è altro da noi, vicino o lontano che sia nello spazio, nel tempo o nell’essenza? Rispondere a queste domande non è semplice e forse vale la pena riflettere sulla propria esperienza: a tutte le volte che ci siamo trovati a tu per tu con qualcuno o con qualcosa, intenti a dialogare, a sorridere, a pensare, a interagire, come in questi scatti di Steve McCurry, dove scambi umani si svolgono con un mondo tutto attorno.