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rialzarsi #3

Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento. 

Guess the plant – Come si sentono le piante?

laboratorio a cura di Gaia Betta, Karin Appolonni,
Anna Ceschini con Beate Weyland

Poesia e bellezza, la forza dell’essere umano

bibliografia a cura della Rete Bibliotecaria Bergamasca

Ri-Alzate la voce!

laboratorio a cura dei Ludosofici 
podcast a cura di Alessandra Trevisan – Le Ortique

Nei poemi omerici esistono parole ricorrenti. Formule, forse, più che parole: espressioni che tornano molte volte, così riconoscibili da diventare familiari agli occhi del lettore o, più autenticamente, alle orecchie di chi ascolta. 

Così, ad esempio, al posto di un semplice verbo, il discorso diretto è spesso e volentieri annunciato dalla formula: ἔπεα πτερόεντα προσηύδα, che nelle nostre traduzioni suona come “diceva alate parole”. C’è chi crede che questa espressione sia stata coniata per rispettare il ritmo imposto dall’esametro; altri, invece, pongono l’accento sulla scelta dell’aggettivo che non a caso, si ritiene, dota di ali le parole. Secondo quest’ultima versione, alati sono i termini, le frasi e i discorsi che si involano per raggiungere un interlocutore: traghettate dalla voce, decollano dalle labbra di chi parla e atterrano nelle orecchie di chi ascolta.

Col passare del tempo le alate parole si sono trasformate e, subendo una spinta verticale anziché uno slancio parabolico, hanno cominciato a indicare parole alte, nobili, elevate. Come se il solo fatto di avere delle ali permettesse loro di spingersi, invisibili e irraggiungibili, alla volta di vertiginose altezze. 

Tuttavia, non sono forse tutte le parole capaci di volare? O meglio, non sono proprio queste le ali che noi umani ci siamo attentamente e con coraggio attribuiti dopo aver capito che, sulla schiena, dalle scapole non sarebbe spuntato nulla capace di sollevarci da terra?

Parole in volo significa alata umanità. Sono il più efficace modo di librarsi, lanciandosi in una caverna come farebbe un pipistrello per esplorarne il buio, sorvolando distese sterminate come farebbe un falco per abbracciarne la vastità, posandosi su un fiore come farebbe una farfalla per assaporarne i dettagli.

Le nostre ali possono portarci ovunque: ripiegate o dispiegate possono condurre in qualunque direzione, letterale o metaforica, reale o immaginaria, prosastica o poetica.

Così che alzarsi e rialzarsi non siano che un punto di partenza da cui spiccare il volo.

bibliografia a cura della Rete Bibliotecaria Bergamasca

La poesia ci permette di volare: saperla frequentare è l’unico modo che abbiamo di allenare ali che altrimenti non avremmo. Questa selezione di libri ci consente di farlo.

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laboratorio a cura dei Ludosofici 
podcast a cura di Alessandra Trevisan – Le Ortique

Le Ortique ridà voce alle artiste dimenticate o poco conosciute. Ha regalato a FarFarFare quattro racconti di quattro donne, che si potranno ascoltare e leggere numero dopo numero nel corso di questa newsletter dedicata al tema “Rialzarsi”. Perché, però, non seguirne l’esempio? Oggi Le Ortique ci presenta Lalla Kezich. E noi? C’è un’artista nascosta nelle nostre case o nei nostri ricordi a cui potremmo ridare la voce?

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alcune cose curiose

Si gattona, ci si alza in piedi e si comincia a camminare, rialzandosi tante volte. E così si asseconda lo scorrere in avanti del tempo: si cresce. Non è solo un individuo, però, che può diventare grande: gli anni passano anche per un paese intero, che si sviluppa e, soprattutto, si modifica nelle sue caratteristiche e nella sua demografia, che cresce, muta e si rinnova. Bambini nel tempo è un film che racconta l’Italia dal punto di vista dei bambini che l’hanno abitata e che da lì hanno sperato e voluto spiccare il volo verso il loro futuro.

Se le parole sono ali che ci permettono di raggiungere mondi infinitamente vicini e lontani, l’immaginazione e la creatività sono gli strumenti che ci consentono di visualizzarli e realizzarli, perché, da possibili, diventino sempre più reali. Del resto, non è questo il modo in cui possiamo davvero fare qualcosa per il futuro che ci attende, ma che per ora possiamo solo immaginare e desiderare? ExpoAction accende i riflettori sulla forza della creatività, che diventa straordinaria quando le sue manifestazioni sono espressioni della collettività – gruppi di designer impegnati per la società, che diventa spettatore interattivo di ogni progetto – e capaci di resistere nel tempo. Perché non immaginare insieme ai bambini un’azione tenace e creativa tanto da incidere sul presente e, al contempo, sul futuro?

Quando le parole si dispongono in modo tale da formare una poesia non c’è limite a ciò che possono fare. Più allusive o dritte al punto, ricche o asciutte, le frasi che compongono versi e strofe sono in grado di attaccare la realtà, scuotere le menti, dare sfogo a un forte senso di ingiustizia, offrirsi a un coro che, cantando, possa consolarsi. Una poesia è ben più di una manciata di parole. Scritta, letta o ascoltata, essa è fonte di forza e di coraggio: è la possibilità di opporsi e di resistere se qualcosa non va. È così da sempre e può esserlo ancora: perché non provare a tradurre in versi la propria insoddisfazione o rabbia e condividerla in questa nuova forma?