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FARFARFARE - Rialzarsi #4

Ciao! Questa è FarFarFare, la newsletter che ogni mese sceglie un tema e di settimana in settimana lo esplora attraverso laboratori, attività e tanti materiali che potrai usare a tuo piacimento. 

Saggi o Sapiens?

intervista a Mario Tozzi

Sogno o son desto?

laboratorio a cura dei Ludosofici

Letture da Sapiens

bibliografia a cura della Rete Bibliotecaria Bergamasca

Ri-Alzate la voce!

laboratorio a cura dei Ludosofici 
podcast a cura di Alessandra Trevisan – Le Ortique

e un po’ di cose curiose che abbiamo selezionato su internet!

Il sole sorge tutte le mattine. Non c’è ragione di dubitare di un evento così naturale e scontato: ogni sera, quando il cielo si tinge di un blu sempre più nero, sappiamo che di lì a poche ore i raggi della nostra stella torneranno a mostrarsi, timidi o decisi. 

Il ritmo del sole è ciclico e ripetitivo. Come il nostro, scandito da un alternarsi inevitabile di sonno e veglia. A differenza dell’aurora, però, quando a sorgere siamo noi umani, levandoci dal letto anziché dall’orizzonte, non si ha la sensazione di vivere un’esperienza familiare: il risveglio, lì per lì, non ci pare una rassicurante e ben nota abitudine, bensì ci spiazza, così improvviso, imprevisto, faticoso – a tratti anche traumatico. Eppure, se c’è una cosa che facciamo quotidianamente è proprio questa: ci svegliamo e, per quanto controvoglia, ogni giorno ci ri-alziamo.

C’è qualcosa di magnetico nel sonno: uno o più elementi che attirano a sé implorandoci di restare, di rimanere nell’assenza, nell’alternativa e nell’inganno, protetti da quella solida e soffice armatura fatta di coperte in cui si torna a respirare come fanno i bambini appena nati.

Quando, d’un tratto, riusciamo a recidere le spire di Morfeo e lasciamo che la realtà prenda il sopravvento, una consapevolezza si mostra chiara come il sole: se vogliamo essere presenti a noi e al mondo, per un po’ dobbiamo dichiararci assenti. Dobbiamo rallentare e tirare il fiato. Dobbiamo riflettere mettendo la coscienza tra parentesi, rischiare di lasciare liberi i pensieri, permettere alle emozioni di parlare e ai sogni di mostrarci l’impossibile. Dobbiamo credere all’inverosimile e riconoscere verità sotto mentite spoglie. Poi, schiuse le palpebre e intenti a stropicciarci gli occhi, provare a ricordare il sapore della direzione stravagante e inaspettata che si è presa quella notte. E, rialzandosi, conservare il desiderio di sorprenderci.

Saggi o Sapiens?

intervista a Mario Tozzi

Un cervello evoluto e raffinato è stata ed è la forza dei Sapiens, che grazie alla loro intelligenza hanno saputo rialzarsi molte volte e non si sono mai fermati. Saranno, però, capaci di resistere?

Laboratorio

Sogno o son desto?

a cura dei Ludosofici

I sogni possono essere super poteri capaci di farci spiccare il volo. Perché ciò accada, però, è importante prendersene cura, coltivarli e tenerli al sicuro. Siete pronti a costruire una casa adatta ai vostri sogni?

scopri

Letture da Sapiens

bibliografia a cura della Rete Bibliotecaria Bergamasca

Una selezione di libri che intende esplorare le origini e la natura dell’essere umano, indagare il suo impatto sul pianeta e immaginare il suo, ovvero nostro, futuro.

laboratorio a cura dei Ludosofici 
podcast a cura di Alessandra Trevisan – Le Ortique

Le Ortique ridà voce alle artiste dimenticate o poco conosciute. Ha regalato a FarFarFare quattro racconti di quattro donne, che si potranno ascoltare e leggere numero dopo numero nel corso di questa newsletter dedicata al tema “Rialzarsi”. Perché, però, non seguirne l’esempio? Oggi Le Ortique ci presenta Adele Cambria. E noi? C’è un’artista nascosta nelle nostre case o nei nostri ricordi a cui potremmo ridare la voce?

I sogni, a volte, sono così grandi – anzi, grandiosi – che tenerli per sé sarebbe impossibile, oltre che un vero peccato. Come si può condividere, però, qualcosa di così intimo e personale, che si svolge solo nella nostra mente e si ispira al nostro vissuto e alle nostre emozioni? Sono tanti i linguaggi che consentono di comunicare agli altri ciò che è nostro, ma il raccontare stesso è un’arte che va allenata. Imparare a narrare un sogno è come erigere un ponte abbattendo enormi muri: lasciandosi vedere, si attira piano piano l’altro a sé, mentre ci si avvicina a chi ci ascolta. È un esercizio che si può fare a partire dalle cose più semplici: anche raccontando la propria giornata, rendendola avvincente ed emozionante (ma dicendo sempre e solo la verità!).

Koko è una famosa gorilla, che sa comunicare e mostrarsi empatica. Grazie a lei si sono conosciute straordinarie abilità intellettive ed emotive della sua specie, sotto molti aspetti analoghe a quelle di noi umani. Ci si è meravigliati di quante cose un semplice primate sapesse fare, di quanto potesse avvicinarsi alle nostre incredibili capacità. Perché per noi i gorilla come Koko sono antenati da rispettare, ma che siamo sicuri di avere superato per intelligenza e civiltà. Ma se, guardando al mondo animale, cercassimo tratti che in noi mancano, che si sono persi, e provassimo a sorprenderci di fronte a essi? Perché, forse, noi umani non siamo sempre i migliori in tutto, la massima vetta cui aspirare…

Che cosa ne sarà degli uomini in futuro? Ci saranno ancora o saranno sostituiti da forme di (non) vita altrettanto intelligenti? Saremo tutto sommato simili a come siamo adesso o ci saremo trasformati in robot dotati di super poteri? Come sia fatto e che cosa sia un essere umano possiamo dire di saperlo (anche se la questione è tutt’altro che semplice o esauribile…). Un robot, però, come può definirsi? Questa serie di podcast nasce proprio dal desiderio di rispondere a questa domanda: osservando e interrogando oggetti che oggi conosciamo e usiamo, ci si chiede se si tratti di un robot oppure no alla disperata ricerca di una definizione. E, come spesso accade in questi casi, anziché trovare una risposta si finisce per porsi domande anche su quello che si credeva di sapere già.