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Sulle tracce
di FarFarFare

a cura di Costanza Faravelli

È passato un anno, per la precisione trecentosessantaquattro giorni, da quando FarFarFare ha fatto il suo primo ufficiale ingresso nel mondo. La mattina del 31 marzo 2020 il fermento che in quell’ultimo mese aveva caratterizzato l’intera redazione di FarFarFare, dai suoi ideatori a tutti coloro che erano stati via via coinvolti nel progetto, raggiungeva il suo culmine.
Finalmente una prima porzione di pubblico sarebbe stata resa partecipe di ciò che fino a quel momento era esistito solo tra i pensieri, le immagini, le parole, i dubbi e le aspirazioni di chi già sapeva che FarFarFare era sul punto di nascere. Sarebbe stato apprezzato? Sarebbe stato d’aiuto agli insegnanti, agli educatori o a ogni altro possibile lettore?
FarFarFare è uscito allo scoperto spinto dal volersi rendere utili, lo stesso desiderio che ha contribuito ad accelerare un processo che da tempo stava cercando il modo e il momento giusto per essere condiviso. Tutti ci ricordiamo lo smarrimento, la frustrazione, la paura, la delusione e la tristezza che permeavano il finire dell’inverno e la primavera dello scorso anno: erano sentimenti che a tratti rendevano così incerti sul da farsi tanto da paralizzare; altre volte, invece, scuotevano ed esortavano ad agire, ad affidarsi all’impulso e alla spontaneità perché, in qualunque modo, si facesse qualcosa e si dimostrasse che, anche chiusi in casa e apparentemente fermi, era possibile muoversi liberamente e perseguire un obiettivo.  
Ecco, FarFarFare è il frutto di questo necessario atto di coraggio: la risposta al contempo improvvisa e meditata, convinta e prudente, fiera e umile di un gruppo di lavoro, un insieme di persone, che volevano reagire a una situazione tanto inaspettata e inconsueta facendo una proposta che sollevasse gli animi, tanto i propri quanto quelli di tutti coloro che fossero riusciti a intercettare.

A FarFarFare ci lega un affetto profondo. Gli siamo debitori perché, con i suoi appuntamenti settimanali, ha restituito ordine a un Tempo che scorreva incomprensibile. FarFarFare ha consentito, o meglio ha reso indispensabile, il ritrovarsi, il cucire relazioni, lo Stare e il lavorare con un numero crescente di persone, nutrendo Insiemi in un momento che imponeva di dissolverli. Per quanto la vista fosse appannata per paura o confusione, la sua natura di Progetto ci ha obbligato ad avere uno sguardo rivolto al futuro, che pure non deve rinunciare a socchiudere le palpebre e fermarsi a riposare, perché il silenzio, il vuoto e momentanee pause sono Ozio necessario a pensare, ripartire; a rendere possibile una Nascita anche laddove non sembra immaginabile. FarFarFare, così giovane, è sorto come Eredità, un’idea scalpitante e radicata in un passato che reclamava il suo diritto a diventare finalmente presente per mostrarci le mille Facce e le infinite possibilità di una realtà che meritava qualcosa di più di un giudizio rassegnato e cinico: un’esplorazione capillare, quale si dedicherebbe a una Città intricata e sconosciuta, il penetrare la superficie, il grattare la Scorza che separa dal succo. Indispensabile e dissetante come un sorso d’Acqua; entusiasmante, ardito e ambizioso come si addice a un’impresa Politica, che tutti noi siamo chiamati a tentare.

Un anno non è molto per qualcosa che aspiri a vivere a lungo. È sufficiente, però, a dare inizio a una storia: è abbastanza per lasciare delle tracce, segni che sono Informazioni
A chi chiede che cosa sia FarFarFare potremmo rispondere dicendo che si tratta di una newsletter tematica e settimanale, di un sito in continuo aggiornamento, di un contenitore di materiali di ambito educativo e culturale. Nessuna di queste definizioni sarebbe errata. Al contempo, però, si tradirebbe la natura sbarazzina e quasi capricciosa di un progetto che, da quando è nato, ama prendersi sul serio tanto da non volersi accontentare e si dimena alla ricerca di una forma che gli si addica il più possibile. 
Se ci voltassimo a osservare la strada percorsa sino a oggi, riconosceremmo delle impronte che, per quanto lontane, sono ancora fresche e ben visibili. Ci ricorderemmo, per esempio, che le illustrazioni hanno viaggiato attraverso il mondo dei colori per decidere, d’un tratto, che sarebbe stato interessante ricevere consiglio da tavole o dipinti che avevano a che fare con il tema su cui ci si voleva concentrare. Noteremmo che i contenuti, newsletter dopo newsletter, hanno imparato a proporsi in modo sempre più ordinato, distribuendosi per tipologia ed evitando di ripetersi, pur senza rinunciare a qualche eccezione necessaria a confermare la regola. Ci accorgeremmo che introduzioni e grafica hanno sempre cercato di tenere il passo, modellandosi per garantire cornici verbali e visive funzionali e al contempo suggestive, e che gli incontri e le collaborazioni si sono spinti sempre più lontano, arrivando dove non ci si sarebbe mai aspettati; hanno però fatto tesoro di care antiche amicizie e non hanno mai rinunciato a coinvolgere chi, più vicino, aveva qualcosa da dire e teneva moltissimo a farlo. Ci verrebbe in mente il momento in cui da quattro i numeri previsti sono diventati cinque: un Extra era necessario a raccontare un dietro le quinte troppo curioso ed essenziale per non essere condiviso. Infine, scrutando quella scia di segni, vedremmo che, più o meno a metà strada, FarFarFare ha mostrato il suo profilo anche sui social e ha indossato panni radiofonici nella speranza di farsi conoscere sempre di più.
Poche tracce, però, sono eloquenti come quelle che costituiscono L’archivio. Aggiornato tempestivamente, registra il presente, lo trasforma in passato e, nel farlo, lo consegna al futuro. Lo dice bene Danilo Craveia nel suo articolo: un archivio non è un accumulo dimenticato e polveroso, ma sono scatole aperte, occhi e mani protesi in avanti. Perché conserveremmo qualcosa se non volessimo portarlo con noi o far sì che parli a chi ci succederà?

Anche questo articolo entrerà a far parte dell’archivio non appena sarà pubblicato. Sarà futuro nel momento stesso in cui vedrà la luce e ciò ci consente di scrivervi un messaggio d’auguri trasgressivo, che anticipa la ricorrenza solo da un pignolo e trascurabile punto di vista. Nell’archivio di FarFarFare oggi è già domani, 31 marzo 2020, giorno del compleanno di un progetto che ci ha tenuto tanta compagnia e che vorremmo continuasse a farlo ancora per molto, molto tempo: imprevedibile, complesso, inesauribile e un po’ matto. Così com’è per sua natura: se stesso, un po’ diverso, sempre nuovo.

Tanti auguri FarFarFare!